Storia di Shuggie Bain

Scozia anni ’80 e ’90, una Glasgow grigia come le sue case popolari, intere generazioni moralmente distrutte dalla politica britannica che li ha lasciati senza un lavoro, dipendenti dal sussidio statale che li tiene sempre sul filo della sopravvivenza. Agnes Bain, mamma di Shuggie, bella, sensuale, elegante affonda piano piano nella miseria morale. Usata e poi abbandonata da tutti gli uomini che le giurano eterna fedeltà, trova l’unico amore sempre fedele solo nell’alcool. Shuggie lo conosciamo da bambino, bambino innamorato della madre decide prima inconsapevolmente poi come missione della sua vita di salvargliela. Di salvarla innanzitutto da sé stessa. Di proteggerla dagli uomini che la trascinano sempre più a fondo, dalle amicizie che tali non sono. Ad esempio la vicina che si presenta nella loro casa solo per attingere alle scorte di birra di Agnes ed è pronta ad offrirla a chi bussa alla loro porta con un sacchetto tintinnante di lattine. Shuggie è uno di quei personaggi che ti rimangono nel cuore. Bambino e poi ragazzo alla ricerca della sua sessualità vive lontano dai suoi coetanei. Deriso e isolato perché considerato diverso, non mostra mai sentimenti di odio verso gli altri. Da adolescente in modo fortuito trova in una coetanea che vive una situazione simile alla sua, mamma alcolizzata e la fame cronica di chi non ha i soldi per comperare da mangiare, un punto fermo. Qualcuno che senza giudicare capisce ogni suo singolo sentimento. E forse l’essere capito per la prima volta da un’altra persona lo salva. Lo salva da Agnes e dal nero profondo che disegna intorno a sé. Nonostante le vicende raccontate siano di misera questo è un libro che lascia un ricordo di speranza. Perché è Shuggie che con la sua tenacia ci insegna che la speranza non la dobbiamo mai perdere.

Douglas Stuart, Storia di Shuggie Bain, Mondadori
Ne abbiamo parlato durante l’incontro di mercoledì 31 marzo 2021



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