
Pausa caffè osservando un aquilone
In realtà oggi la pausa la faremo con una tazza di chai, il tè speziato tipico della tradizione indiana. Ci troviamo infatti nel Tamil Nadu affacciato sul golfo del Bengala, seguiamo con lo sguardo un aquilone rattoppato impegnato in pericolose acrobazie sopra le nostre teste.
Laetitia Colombani, resa nota dal romanzo campione d’incassi “La treccia”, torna con una nuova storia che si snoda stavolta nell’India delle caste e delle spose bambine, dove non tutti hanno gli stessi diritti.
“Gli intoccabili continuano a essere degli impuri messi al bando dalla società. E le donne sono considerate inferiori agli uomini. Nascere femmina e dalit, quindi, è la peggiore delle condizioni”
Il libro racconta come nasce l’amore familiare, quello che non ha a che fare con i legami di sangue: l’amore per la famiglia di elezione, quella che scegliamo e che ci sceglie, amiche che diventano sorelle, vicine di casa che chiamiamo zie. Si parla anche di solidarietà femminile, purtroppo più unica che rara, e di passione per il lavoro che ogni giorno svolgiamo, a volte con poca enfasi, a volte dimenticando perché lo stiamo facendo. Nel caso specifico la protagonista è un’insegnante che riscopre il valore dell’istruzione.
“L’aquilone” fotografa l’India con tutte le sue contraddizioni, i colori che si fondono con i sapori, i clacson che suonano all’impazzata, le mucche che dormono ovunque. Il tema delle spose bambine è uno schiaffo a mano aperta ma ci ritorna in questo romanzo come un abbraccio di speranza, senza false illusioni, è una realtà, ancora oggi e nessuna legge sembra riuscire a fermare questa pratica. Laetitia Colombani anche questa volta riesce a trattare un argomento impegnativo in punta di fioretto, con tutta la delicatezza che contraddistingue la sua scrittura.
Leggendo scoprirete la festa di Raksha Bandhan che cade quest’anno l’11 agosto “il vincolo di protezione, obbligo o cura”, un’occasione in cui si ringraziano le persone che amiamo, un modo per dire “ci sono e ti proteggo” ma anche “so che ci sei e mi proteggi”.
Dolcezza è la parola con cui definirei questo romanzo, una dolcezza consapevole, costruita sulla convinzione che ognuno di noi ha valore e quel valore dobbiamo avere l’umiltà e la prontezza di riconoscerlo.
“Combattenti, sopravvissute, guerriere. Ognuna ha attraversato l’inferno e ne è uscita. Non occorre avere lo stesso sangue per essere sorelle, figlie o madri. La vita è appesa a un filo, il filo di un aquilone”
Laetitia Colombani – l’aquilone – Casa Editrice Nord