PAUSA CAFFE’ CON L’IMPERATORE ADRIANO

Roma, la città eterna, meravigliosa con “i tetti, le terrazze, gli isolati che il sole al tramonto colora di rosa e d’oro”. L’imperatore Adriano sta rientrando dal suo viaggio ad Alessandria, provato da una profonda ferita nell’anima, una ferita che non si rimarginerà mai. Lo aspetto con libri e caffè sui gradini di piazza della Rotonda, davanti al Pantheon che lui stesso ha fatto ricostruire, uno degli angoli di Roma che personalmente amo di più.

“Memorie di Adriano” è un capolavoro. Un capolavoro che io non avevo ancora letto. Marguerite Yourcenar ha finito di scriverlo nel 1951, dopo quasi trent’anni di ricerche stesure e correzioni, in Italia è stato pubblicato nella versione attuale nel 1963: questo mi ricorda che non basterà una vita per leggere tutti i libri che voglio. Dannazione!

Tra il romanzo e la poesia, ogni pagina è così densa da togliere il fiato, bisogna leggerla almeno due volte per assaporarne lo squisito spessore. Adriano scrive una lunga lettera a Marco Aurelio, un resoconto sulla sua vita, dentro ci troviamo: poesia, lungimiranza, forza, sensibilità, la passione per i viaggi “Sono pochi gli uomini che amano viaggiare a lungo; è una frattura continua di tutte le abitudini, una smentita inflitta incessantemente a tutti i pregiudizi”, la guerra, la cultura “L’impero l’ho governato in latino; ma in greco ho pensato, in greco ho vissuto”, l’amore, la politica, i libri “Il vero luogo natio è quello dove per la prima volta si è posato uno sguardo consapevole su se stessi: la mia prima patria sono stati i libri”.

Se non l’avete letto, mettetelo in agenda, se l’avete già letto, rileggetelo, ma insieme a qualcuno, ad alta voce. Secondo me è un libro perfetto per essere condiviso.

Fondare biblioteche, è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro un inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire

 

Memorie di Adriano – Marguerite Yourcenar – Einaudi

 

 



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