PAUSA CAFFE’ CON KATI HIRSCHEL
“Mi guardò con espressione interrogativa. Per fortuna non è necessario rispondere alle domande che si leggono negli occhi”
Siamo nel giardino da tè di Firuzaga a Istanbul, il caffè oggi lo prendiamo con Kati Hirschel. Tedesca trapiantata in Turchia, è la proprietaria dell’unica libreria in città che vende solo romanzi gialli e polizieschi, ne ha letti così tanti che aiuta l’agente Batuhan a risolvere omicidi, l’idea di essere un’investigatrice la affascina a tal punto da farle mettere in secondo piano la sua vita privata.
Kati è una donna sulla quarantina con i capelli arancioni, veste in modo vistoso ed è perennemente a dieta. Spesso si rivolge direttamente al lettore dandogli del tu, soprattutto quando nel corso delle indagini su un caso, apre parentesi dedicate alla sua situazione sentimentale che affronta in modo spiritoso a tratti ingenuo.
“Mi preoccupo sempre quando le cose filano lisce come l’olio. Comincio a pensare che succederà qualcosa di brutto. Se non ci sono problemi comincio a complicarmi la vita da sola. Indosso scarpe troppo strette. Smetto di fumare, rinuncio al caffè. Per farla breve, la cosa più brutta che mi possa capitare è non avere problemi”
“Appartamento a Istanbul” fa parte della serie che Esmahan Aykol (giornalista e scrittrice turca) dedica a Kati. Il romanzo ci trasporta piacevolmente in giro per le strade e i quartieri di Istanbul (città che spero di visitare appena possibile) e il fatto che si tratti di una tedesca che vive in Turchia, permette alla scrittrice di affrontare i temi dell’immigrazione e della discriminazione attraverso cliché e stereotipi che vengono confermati o smontati pezzo dopo pezzo: “La pace nel mondo potrà durare solo se nessuno toglierà ai tedeschi il sussidio di disoccupazione e l’assistenza sociale”.
Consigliato a chi ama il genere giallo poliziesco, a chi si è innamorato di Istanbul (nel libro ci sono descrizioni di diversi posti da visitare che forse non troverete sulle guide turistiche), ma anche a chi ha quarant’anni, non è sposato, non ha figli e ogni tanto si sente “fuori luogo” pur sapendo in realtà che la vita che sta vivendo, nonostante tutto, è esattamente quella che ha sempre desiderato, per dire
“Per un attimo invidiai intensamente le donne che dovevano preoccuparsi solo di fare entrare la figlia in un buon asilo. Anch’io volevo preoccupazioni adatte alla mia età. Volevo fumare sigarette lunghe e sottili con il filtro a fiorellini e leggere Danielle Steel. Volevo lamentarmi con le amiche perché facevo poco sesso con mio marito. Volevo ascoltare Mariah Carey e piangere”
Appartamento a Istanbul – Esmahan Aykol – Sellerio