PAUSA CAFFE’ CON GESU’

Non avrei mai pensato di prendere un caffè con Gesù, non uno che porta il suo nome, ma proprio lui, quello originale. Mi vengono in mente una serie di domande e curiosità da chiedergli, ma abbiamo poco tempo, domani verrà crocifisso. L’opportunità di incontrarlo la dobbiamo alla fervida immaginazione di Amélie Nothomb e al suo ultimo libro “Sete”. Adoro la sua penna: originale, eccentrica, intensa, a tratti inquietante.

Il processo, l’ascesa al Golgota, la Passione, la resurrezione: a descrivere tutto questo è Gesù in prima persona. La Nothomb ce lo restituisce molto umano e pieno di dubbi sul significato del suo passaggio terreno: “Prima dell’incarnazione non avevo peso. Il paradosso è che bisogna essere pesanti per conoscere la leggerezza”.

Nei suoi ricordi vediamo sfilare Pilato, Giuda, Maddalena, Maria, Giovanni e gli altri apostoli, i miracoli che ha compiuto, le osservazioni di un figlio sul proprio padre, che potremmo definire una figura un po’ ingombrante, per dire.

La paura, la sofferenza, la gioia di avere un corpo, la fragilità umana, la fede, l’amore, la sete: “Nessuna sensazione come la sete riesce a evocare meglio ciò che voglio ispirare. Ciò che sentite quando state morendo di sete coltivatelo. Lo slancio mistico non è che questo. E non è una metafora. La fine della fame si chiama sazietà. La fine della stanchezza si chiama riposo. La fine della sete non ha nome”.

Dissacrante? Forse. Blasfemo? No. Amélie Nothomb tratta spesso nei suoi libri argomenti delicati e controversi e lo fa sempre con estrema intelligenza e ironia, difficile rimanere impassibili: o la odi o la ami e ad amarla siamo in tanti.

Vi consiglio la lettura di “Sete”, intenso e irriverente: se non avete mai letto nessuno dei suoi libri, consideratela una prova generale, ne vale la pena; se la conoscete già invece, sapete perfettamente che non vi deluderà.

La grande differenza tra me e mio padre, è che lui è amore e io amo. Dio dice che l’amore è per tutti. Io che amo so bene che è impossibile amare tutti allo stesso modo. E’ una questione di respiro”.

 

Amèlie Nothomb – Sete – Voland

 



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