Novità_3

Chandra Candiani, Pane del bosco, Einaudi

Questa nuova raccolta di poesie di Chandra Candiani nasce da un’esperienza reale: l’abbandono di Milano e il trasferimento in una casa su un alpeggio piemontese in mezzo a un bosco. Non che Chandra non avesse un forte rapporto con la natura anche da “cittadina”, ma quando le relazioni diventano fisiche, quando gli alberi e gli animali ti circondano, li vedi e li puoi toccare, vivi con loro, le sensazioni raggiungono un’intensità diversa, e le poesie che nascono da questa esperienza, pur nella continuità delle caratteristiche stilistiche e di pensiero, propongono una svolta, per esempio dissolvendo progressivamente i residui autobiografici e registrando i dati del mondo esterno e delle sue sofferenze con un sentire tanto più intimo quando più defilata è la posizione di ascolto. Nella poesia che apre la raccolta il personaggio che dice io entra in un bosco accompagnata da un puma e da un lupo: «Caro bosco / vengo a te in cerca della ferita che ci precede». È la bambina che conosciamo dai precedenti libri di poesia di Chandra, accompagnata da due angeli del mondo selvatico. Poesia dopo poesia troverà il giusto equilibrio e le giuste distanze di rispetto per vivere nel contatto costante con la natura. E imparerà a farsi attraversare dalla luce, dal vento e dal respiro di ogni essere vivente. Imparerà a far parte della pulsazione collettiva che ogni bosco è.

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Piergiorgio Pulixi, Stella di mare, Rizzoli

Certi luoghi sono maledetti. E le persone che ci abitano condannate a un destino che non meritano. Lo sa bene Stella, diciassette anni, l’estate negli occhi e addosso l’esuberanza di chi è giovane. Tutti a Sant’Elia, un quartiere popolare di Cagliari affacciato sul mare, la conoscono, la desiderano e la invidiano: perché lei è splendida, impunita. Speciale. Ma un giorno in cui il maestrale infuria rabbioso, viene trovata morta su una spiaggia, il volto sfregiato come a cancellare la sua bellezza leggendaria. Stella era pronta a lasciarsi alle spalle i palazzoni di Sant’Elia, ma il destino, o meglio, un assassino, ha scritto diversamente il suo futuro. È un’indagine difficile, questa, in cui si moltiplicano i sospettati e le piste: il vicequestore Vito Strega, insieme alla sua squadra di ispettrici, dovrà districarsi nei segreti di un quartiere impenetrabile per la polizia. E, fin da subito, dovrà fare i conti con i fantasmi della gente del posto e anche con i propri, che sperava di aver sepolto per sempre e invece tornano ad affiorare più forti che mai. In questo noir in cui i personaggi, attraverso i loro chiaroscuri, prendono vita come in un’antica tragedia, Piergiorgio Pulixi indaga il senso più controverso della giustizia, fa breccia negli indelebili legami di sangue e interroga le colpe dei padri.

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Mauro Corona, Le altalene, Mondadori

Dal giorno in cui, sessant’anni fa, piovve terra sulla terra, e terra nell’acqua, e terra su duemila anime morte, di cui quattrocentottantasette bambini, a Erto il tempo ha continuato a oscillare tra dolore e speranza di rinascita, ricordi tragici e difficili presenti, memoria di una povertà aspra e dura ma viva e vitale che si riflette nel benessere vuoto e triste dell’oggi. La voce narrante di questo romanzo lirico, struggente, ferocemente intimo, conduce il lettore in un continuo andare e venire su e giù nel tempo: il vecchio ricorda e racconta il suo mondo com’era, prima che la cieca avidità dell’uomo lo distruggesse, e insieme racconta la sua vita, l’infanzia e la prima adolescenza, la spensieratezza di tre fratelli che si alterna alla incomprensibile violenza della vita famigliare, e che si deve misurare con il tormento di una comunità stravolta dal dolore. E poi la maturità e la vecchiaia, il presente, che porta su di sé il peso di una vita intera: e il simbolo di tutto questo sono le altalene del paese, che il narratore ricorda nel loro oscillare gioioso tra le grida felici dei bambini, e che vede oggi ferme, vuote, arrugginite. Un racconto poetico e sentitissimo, in cui Corona lascia libero il flusso dei ricordi e si concede ai suoi lettori con assoluta e generosa sincerità. I suoi luoghi, Erto, la diga, la montagna, così come le persone della sua vita, vengono filtrati dal tempo passato, e forse perduto, in un romanzo-monologo dove la profondità e il fascino del racconto sono impreziositi da una voce narrante sempre più risolta e convincente.

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Pat Barker, Rigenerazione. La trilogia, Einaudi

Il monumentale romanzo sulla generazione spazzata via dalla Prima guerra mondiale. Edimburgo, 1917. Al Craiglockhart War Hospital lo psichiatra William H. R. Rivers cura i soldati traumatizzati dalla guerra perché siano in grado di tornare al fronte. Tra i suoi pazienti ci sono i poeti Siegfried Sassoon, Wilfred Owen e Billy Prior, che ha perso la memoria a causa di un incidente di cui non ricorda nulla. Nel corso del conflitto, le storie di questi quattro personaggi così diversi, ma uniti da una profonda umanità, si intrecceranno come accade solo davanti al dolore. Gli ordini ricevuti dal dottor Rivers sono precisi: stanare gli imboscati, rimettere gli uomini in piedi così che possano tornare a combattere. Ma Rivers sa che quello a cui i suoi pazienti hanno assistito li ha svuotati, forse per sempre, ed è deciso a salvarli. Billy Prior comunica solo tramite bigliettini, David Burns non riesce più a mangiare. E Siegfried Sassoon, uno dei poeti più famosi del tempo, è deciso a tornare in trincea, accanto ai suoi uomini, nonostante il suo acceso antimilitarismo.

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Stephen King, Holly, Sperling & Kupfer

Quando Penny Dahl chiama l’agenzia Finders Keepers nella speranza che possano aiutarla a ritrovare la sua figlia scomparsa, Holly Gibney è restia ad accettare il caso. Il suo socio, Pete, ha il Covid. Sua madre, con cui ha sempre avuto una relazione complicata, è appena morta. E Holly dovrebbe essere in ferie. Ma c’è qualcosa nella voce della signora Dahl che le impedisce di dirle di no. A pochi isolati di distanza dal punto in cui è scomparsa Bonnie Dahl, vivono Rodney ed Emily Harris. Sono il ritratto della rispettabilità borghese: ottuagenari, sposati da una vita, professori universitari emeriti. Ma nello scantinato della loro casetta ordinata e piena di libri nascondono un orrendo segreto, che potrebbe avere a che fare con la scomparsa di Bonnie. È quasi impossibile smascherare il loro piano criminale: i due vecchietti sono scaltri, sono pazienti. E sono spietati. Holly dovrà fare appello a tutto il suo talento per superare in velocità e astuzia i due professori e le loro menti perversamente contorte.

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Patrik Svensson, L’uomo con lo scandaglio. Storie di mare, abissi e meraviglie, Iperborea

Il mare è un mistero. Ne abbiamo tracciato i confini, scandagliato le profondità, ma rimane l’ultima frontiera, che forse non attraverseremo mai. Narratore con Linneo nell’animo, instancabile indagatore del mondo naturale, Patrik Svensson ha raccolto in questo libro multiforme – romanzo d’avventura, memoir, indagine scientifica – storie di personaggi celebri e individui dimenticati che si sono consacrati al mito del mare, dai naviganti polinesiani che attraversarono in canoa l’Oceano Pacifico a Piccard e Walsh, che per primi osservarono il paesaggio alieno della fossa delle Marianne. La storia del mare è una storia di curiosità umana – come quella di Robert Dick, il fornaio-naturalista che nel 1863 trovò su una spiaggia scozzese un fossile vecchio di 385 milioni di anni e rivoluzionò la teoria evolutiva – e di bellezza, come ci insegna Rachel Carson, che al mare dedicò pagine memorabili e che grazie al mare conobbe l’amore di una vita. Ma è anche una storia di soprusi, come testimonia l’ultimo viaggio di Magellano, quello in cui rimase ucciso, qui narrato dalla prospettiva di Enrique, il suo schiavo malese e forse il primo uomo a circumnavigare davvero il globo. Dalle antiche leggende di calamari giganti all’epopea dei capodogli immortalati in Moby Dick, passando per l’allarme ecologico a cui oggi nessuno può sottrarsi, “L’uomo con lo scandaglio” è un racconto sulle grandi domande della natura, quelle a cui nei secoli la nostra irrequietezza è riuscita a rispondere e quelle che la nostra filosofia non potrà mai sognare.

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