
Novità fresche di stampa

Maria Costanza Boldrini, Gli anni dell’abbondanza, Editrice Nord
In un piccolo paese dell’Italia del ‘900, vive un’umile famiglia come tante.
Eppure le sue donne hanno un dono speciale.
I Contini sono una famiglia come tante, lì a Valchiara, un piccolo paese del centro Italia affacciato sul mare. Benvoluti e gran lavoratori, conducono un’esistenza povera ma dignitosa. Poi qualcosa cambia quando la giovane Beata, a dispetto delle proteste della madre, decide di farsi assumere alla Regia Fabbrica dei Sigari. Perché un misterioso miracolo si produce in lei: è la sua abbondanza, un dono che la rende la beniamina delle colleghe zigarare e il bersaglio dell’occhiuto sospetto dei controllori della fabbrica. E dopo di lei anche sua figlia Clarice e la nipote Antonia saranno benedette e maledette da questo prodigio, ciascuna a modo suo. Tuttavia l’abbondanza non è per sempre, può sparire da un momento all’altro a causa di un grande dolore. E di dolori ne vivranno tanti, Beata, Clarice e Antonia, vittime della violenza della Storia ma capaci di affrontare e superare ogni difficoltà, anche grazie a un’altra benedizione, l’amore puro e incondizionato dei loro adorati mariti.
Un’appassionante saga generazionale che attraversa un secolo di storia italiana, dalla fine dell’Ottocento agli anni del benessere, passando per due guerre mondiali, il ventennio fascista e i mesi dell’occupazione nazista. Una scrittura ammaliante che, come una sorgente magica, riporta alla luce le vicende di donne normali eppure eccezionali, tra sogni premonitori e tradizioni popolari, gioie quotidiane e amori predestinati. Perché l’abbondanza non è ancora finita…

Jane Smiley, Perestroika a Parigi, Mondadori
Paras, diminutivo di “Perestroika”, è una vivace cavalla da corsa che vive alle porte di Parigi. Un pomeriggio, all’imbrunire, trova la porta della sua stalla aperta e, poiché è una puledra curiosa, vaga fino alla Ville Lumière. È abbagliata e spesso confusa dai panorami, dai suoni e dagli odori che la circondano, ma non ha paura. Ben presto incontra un cane elegante, una femmina di bracco tedesco a pelo corto di nome Frida, il cui proprietario è morto da poco, che sa come cavarsela senza attirare l’attenzione dei parigini sospettosi. Paras e Frida vivono per un periodo nei lussureggianti spazi verdi della città, procacciandosi del cibo grazie ai viaggi strategici di Frida al mercato della verdura, e in compagnia di due incontenibili anatre, Sid e Nancy, e di Raoul, un corvo supponente, sempre appollaiato su una statua di Benjamin Franklin. A un certo punto, però, Paras incontra un bambino, Étienne, e scopre una nuova parte della città: la casa dalle pareti di edera dove il ragazzino e la sua bisnonna quasi centenaria vivono in isolamento. Con l’avvicinarsi del freddo, sboccia la più improbabile delle amicizie. Ma per quanto tempo un cavallo in fuga può passare inosservato a Parigi? Quanto a lungo un ragazzo potrà tenere Perestroika nascosta e tutta per sé? Pieno di arguzia e immaginazione, il nuovo affascinante romanzo di Jane Smiley è un’avventura che celebra la curiosità, l’ingegno e il desiderio di tutte le creature per il vero amore e la libertà.

Alicia Giménez-Bartlett, Una poco di buono. Sei indagini di Petra Delicado, Sellerio editore
Dalla scrittrice che ha creato il personaggio dell’ispettrice Petra Delicado, sei racconti di intensa dose di mistero e intreccio.
Il primo racconto si apre sul cadavere di un’anziana prostituta che sembra una mascherata, «buttato lì come una vecchia bambola rotta; era perfino difficile provare pietà; tutto era così grottesco». È così che inizia anche negli altri racconti: un cadavere indefinibile, che adombra l’enigma di una realtà irreale, inverosimile, su cui si focalizza subito la procedura dell’indagine; decifrato il cadavere, poi a poco a poco si aprono squarci su ambienti al contrario apparentemente normali, famiglie ben messe, individui irreprensibili, vite tranquille. Racconta in prima persona Petra Delicado della polizia di Barcellona. E il modo in cui Petra parla e riferisce il suo procedere di poliziotta disegna, senza esplicite descrizioni, il personaggio: dall’antipatia che non nasconde per ogni cliché formale e beneducato, affiora il suo passato femminista e la gioventù radicale; dagli scambi fuori dai convenevoli con il suo vice Fermín Garzón, che punteggiano il loro ménage professionale, emerge il suo graffiante umorismo; dai silenzi al cospetto delle vittime, o di fronte ai motivi umani e disumani dei colpevoli fino a un minuto prima insospettabili, s’intuisce che è una donna sinceramente compassionevole, anche se l’instancabile tenacia nel tirare dritto la arruola da investigatrice donna nella scuola dei duri.
La sua spalla Fermín, un alter ego, un Sancho Panza, un Watson, rappresenta l’immagine contraria di lei: il suo bofonchiare e obiettare, questa mano di commedia latina distesa su un poliziesco da giungla d’asfalto, nasce anche dal sospetto segreto, che certe volte sembra nutrire Fermín, che il proprio capo sia forse appena appena una poco di buono.
Le indagini di Una poco di buono sono tutte già comparse, sparse in precedenti antologie pubblicate da Sellerio. Concentrarle assieme dà la compiuta idea della profonda impronta letteraria di Alicia Giménez-Bartlett, una scrittrice capace di costruire con la materia delle strade di città misteri opachi, per poi decostruirli facendo agire una galleria inesauribile di tipi presi dalla realtà.

Irène Némirovsky, Il carnevale di Nizza e altri racconti, Adelphi
Come fa una giovane donna di appena trent’anni, qual era all’epoca Irène Némirovsky, a scavare così profondamente nell’animo umano? si chiese Bernard Grasset, il suo primo editore, leggendo questi racconti. Come fa a capire, e a descrivere in modo così empatico e al tempo stesso spietato, non solo le lusinghe e le illusioni della giovinezza, ma anche la nostalgia degli amori perduti, il rimpianto delle vite non vissute, l’acredine delle esistenze sbagliate, le ferite dell’ambizione frustrata, l’angoscia della solitudine, lo sgomento per i segni che lascia sul corpo il passare degli anni, la ferocia che si annida nel cuore degli uomini? Le prove giovanili di Némirovsky continuano a riempirci di stupore non meno di quelle della maturità: le quattro «scenette», per cominciare, di sapore quasi lubitschiano, dove due aspiranti attricette di incantevole amoralità mettono in opera comici e insieme patetici tentativi di trovare un uomo molto ricco che le mantenga; i tre «film parlati» – in realtà vere e proprie narrazioni, condotte con la mano sapiente di uno sceneggiatore navigato, in grado di dare indicazioni su inquadrature, stacchi, dissolvenze, montaggio; gli struggenti Una colazione in settembre e Le rive felici; il truculento affresco finlandese dei Fumi del vino… Fino al sorprendente I giardini di Tauride, che appare qui in volume per la prima volta, e che, costellato di appunti in cui Némirovsky riflette sulla forma stessa del racconto, ci consente di gettare un’occhiata indiscreta nel suo laboratorio.

Madeleine Gray, (Non) disponibile, Mondadori
A ventiquattro anni, Hera sta faticosamente attraversando quell’età che secondo tutti è la più bella della vita, tranne per chi la sta vivendo. Mentre i suoi coetanei hanno già una carriera avviata, lei ha rimandato l’ingresso nel “mondo degli adulti” conseguendo tre lauree umanistiche e affronta la vita un meme alla volta. Disprezza la partecipazione al “sistema”, alle convenzioni e ai gesti vuoti che compongono quella farsa collettiva che è per lei la corporate life, ma è al verde e vive ancora con suo padre, e da qualche parte dovrà pur iniziare. Così accetta un lavoro come moderatrice di commenti per un giornale online con lo stesso entusiasmo di una persona che sta andando al patibolo. Come volevasi dimostrare, la vita in ufficio si rivela immediatamente deprimente. Hera si sente fuori luogo, un’impostora che cammina tra i corridoi cercando di mimetizzarsi, tradita dalle sue vecchie Dr. Martens inutilmente lucidate. Finché non incontra Arthur, un collega più grande con cui inizia a parlare nella chat aziendale. Nonostante negli ultimi anni sia uscita principalmente con ragazze, l’attrazione che prova è innegabile, come la sensazione di felicità che si accende ogni volta in lei insieme al pallino verde che indica che Arthur è online. C’è solo un problema: lui è sposato.”(Non) disponibile” è un ritratto acuto e brutalmente onesto di una generazione un po’ persa tra ansia del futuro e un mondo e una cultura del lavoro distanti dai suoi ideali. Un romanzo che racconta con un sarcasmo irresistibile l’avere vent’anni e la ricerca di sé, processo che spesso e volentieri passa anche attraverso l’esperienza – a volte tragica – dell’amore.