L’Isola del muto

Alessandra, che frequenta il liceo scientifico Enrico Fermi di Cantù ora stagista alla Libooks, vi presenterà nei prossimi giorni alcuni libri. Partiamo dal libro vincitore del premio Andersen 2018 nella categoria libri per ragazzi oltre i 15 anni: “L’Isola del muto” di Guido Sgardoli edito da San Paolo edizioni.

 

“Disse di cercare dentro di me una luce che diventasse il mio faro, uno squarcio nel buio al quale tendere per ritrovare la via quando temevo di averla smarrita. E di tenerla sempre accesa, quella luce. Se fossi riuscita a trovarla essa mi avrebbe guidato.” Ed è proprio ad un faro e allo Scoglio sul quale è costruito che ruota l’intera vicenda e che possono essere considerati la luce (e la guida) nelle vicende dei personaggi: la storia si apre con l’affidamento dell’incarico di guardiano del faro a un uomo privo di famiglia e rimasto deturpato in guerra, Arne, che quasi come protesta contro il mondo smette di parlare e per tutti diventa Il Muto. La situazione cambia quando, una volta stabilitosi sull’isola, comincia a vedere quel luogo, in seguito al matrimonio con Gunhild, come una vera e propria casa. Ne segue una discendenza dedita al lavoro al faro, non priva però di ribelli che non desiderano altro che farsi una vita altrove ma che comunque inevitabilmente rimangono legati a quel luogo.

Utilizzando una narrazione veloce e coinvolgente, l’autore ci fornisce uno spaccato sul trascorrere del tempo e sulle evoluzioni di una famiglia norvegese che dura almeno un secolo e mezzo, e che percorre rivoluzioni sociali e politiche di cui magari conosciamo solo i tratti principali. L’isola si modifica infatti con i suoi abitanti, tanto da sembrare essa stessa un personaggio: come all’inizio rispecchia le caratteristiche del capostipite, Arne, rivelandosi inospitale e solitaria, con il passare del tempo e delle generazioni acquista anche tutte quelle novità, seguendo le evoluzioni nella mentalità dei personaggi, che sono ormai date per scontate e che fanno parte della nostra vita quotidiana.

Oltre a essere una storia affascinante e intrigante, sottolinea come la vita in un determinato luogo possa condizionare il modo di pensare e di vivere. Anche per questo motivo ne consiglio la lettura.

Alessandra III C Liceo Scientifico

 

La giuria del Premio Andersen ha motivato l’attribuzione del premio con queste parole:

“Per una commossa e serrata narrazione corale nella quale, passo dopo passo, si ricostruisce un secolo e mezzo di storia. Per la nitida e precisa ambientazione, frutto di un ampio lavoro di ricerca. Per l’ampio respiro di una vicenda che regala personaggi indimenticabili e un’alta capacità di scrittura.”

 



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