“Le tre del mattino” e il fascino di Marsiglia

“Le tre del mattino” Gianrico Carofiglio

 

IN DUE PAROLE
Un padre e un figlio si scoprono sullo sfondo di una città affascinante: Marsiglia. Due giorni e due notti di musica, bagni al mare, confessioni e imprevisti, cibo e vino rosato, che avvicinano due uomini che si sono tenuti lontani tutta la vita, per una serie di incomprensioni

Papà suonò da solo. Io non lo avrei confessato nemmeno a me stesso, ma ero orgoglioso e fiero di lui, e avrei voluto dire a chi mi stava vicino che il signore alto che era seduto al piano, era mio padre

Un figlio che scopre di essere fiero di suo padre e un padre che capisce che ha davanti a sè un uomo e non più un bambino. Un rapporto può iniziare con vent’anni di ritardo? Assolutamente sì, se non siamo così stupidi da intralciarlo

Sorrideva in modo insolito, vago e quasi stupito. “Lo sai che mi sto divertendo?” disse. Quella frase mi spezzò il cuore. Riuscii solo ad abbozzare un sorriso. “Anch’io” dissi, ed era vero. Non mi ero mai divertito così tanto in vita mia

 

DOVE
Mi sono innamorata di Marsiglia prima sulla carta, grazie alla trilogia marsigliese di Jean-Claude Izzo (Casino Totale, Chourmo, Solea) e poi dal vivo. Per il mio compleanno, io e Chiara siamo salite su un treno e con i 3 libri di Izzo nello zaino, siamo partite alla scoperta di questa città che tanto ci aveva fatte sognare. E’ stata una bellissima conferma. Da allora leggiamo tutti i libri ambientati a Marsiglia che ci capitano a tiro: chi ne trova uno ne acquista subito due copie.

Marsiglia pulsa di vita, le stradine strette e colorate del Panier, Notre-Dame de la Garde “l’aria era limpida, tutta Marsiglia era ai nostri piedi, il mare brillava in lontananza come una promessa”, la Canebiere che porta direttamente al Vieux Port “barche a perdita d’occhio, attraccate a decine di moli in legno. Una sterminata distesa di alberi e sartiame attraverso i quali filtrava in mille raggi il sole del tramonto“, le calanques “falesie bianche e ocra che precipitavano in mare con pendenze vertiginose” e la costa “di una bellezza da levare il fiato”. Non vi è venuta voglia di partire?!

SAPORI
Da Chez Papa avremmo potuto provare la vera, tradizionale cucina marsigliese: in particolare non potevamo perderci le panisses fris, la tapenade spalmata sul pane abbrustolito e, naturalmente, la bouillabaisse

Che si pronuncia circa: “buiabess“, che se ve lo dice un francese vi viene subito fame. E’ una sorta di zuppa di pesce. Io il pesce non lo mangio ma ogni volta che Chiara leggeva “bouillabaisse” su un menù, faceva una smorfia sognante e sorridente da: “la voglio!”. La stessa espressione che probabilmente faccio io quando leggo “babaganoush” (polpa di melanzane e spezie). Un insieme di suoni che preannuncia a tambur battente un sapore, e senti già nell’aria il profumo di quel cibo delizioso

Notando come gustavo la bouillabaisse si ricordò che da bambino non volevo mai il pesce perché avevo paura delle spine. Ecco altri dettagli contrastanti sull’idea che avevo di mio padre. Voglio dire: che a suo tempo si fosse accorto che non volevo mangiare il pesce e che invece mi piacevano i bastoncini Findus e che se ne ricordasse

COLONNA SONORA
“Non ho mai sentito suonare il jazz”. “Credi di non averlo mai sentito. Il jazz è dappertutto, ha detto qualcuno”. “Qualcuno chi?”. Ridacchiò. “Io! Sul jazz circolano tanti aforismi. Il più famoso è di Luis Armstrong: “Se hai bisogno di chiedere cos’è il jazz, non lo saprai mai”

La pagine sono intrise di jazz. Il jazz è il genere preferito del papà del libro… Ma, visto che in questo spazio ci è concesso di essere anche sentimentali, ed è appena trascorsa la festa del papà, non ho difficoltà nel confidarvi che io ho sentito una sola canzone nella mia testa, durante tutta la lettura: “Samba Pa Ti“ suonata dal signor Carlos Santana. Una delle canzoni preferite del mio papà

VE LO CONSIGLIO?
Sì! Non è una storia strappalacrime, è un racconto che invita a non perdere tempo, a farsi trovare pronti per godersi le cose belle della vita quando arrivano e ad amare le persone che ci sono vicine.

Quando ho finito di leggere questo libro, sono partita per un viaggio in treno con il mio papà. E’ il mio eroe. Lo è da quando sono bambina. Se avete ancora un papà, o se c’è qualcuno che è per voi un papà, chiamatelo e invitatelo a cena, a pranzo, a fare un giro al Brico, che i papà lo sanno sempre qual è il chiodo giusto per appendere quella foto strampalata che avete scattato in vacanza. Io il mio lo chiamo subito, dobbiamo costruire una libreria, una nuova libreria

Bisogna dilapidare la gioia quando ci sorprende, perché è l’unico modo per non sprecarla. Tanto dopo sparisce lo stesso



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