
#IOLEGGOPERCHE’: INCONTRI CON GLI AUTORI
Dal 21 al 25 ottobre nell’ambito dell’iniziativa nazionale #ioleggoperchè, sarà possibile incontrare alla Libooks: Sonia Maria Luce Possentini, Lodovica Cima, Giuditta Campello e Stefano Motta. Abbiamo pensato di fare quattro domande ai quattro autori, per farveli conoscere meglio, per scoprire i loro libri preferiti, per sapere perché secondo loro è importante leggere.

SONIA MARIA LUCE POSSENTINI
Pittrice e illustratrice, ha preso parte a numerose esposizioni personali e collettive, pubblicando albi illustrati, cover e manifesti. Nel 2017 ha vinto il premio italiano Andersen come Miglior Illustratore.
1 – Sarà ospite da noi alla Libooks lunedì 21 ottobre nell’ambito di #ioleggoperché: secondo lei è importante leggere perché…
“Per conoscersi meglio, e scoprirlo è meraviglioso, ti senti arricchito dentro. Credo si chiami cultura”
2 – Ha la possibilità di andare a prendere un caffè con uno scrittore/scrittrice vivente e non, chi invita?
“Marguerite Yourcenar. Le devo la mia crescita. Il mio interrogarmi attraverso la profondità dei suoi libri, da “Memorie di Adriano” al sublime “Il tempo, grande scultore”, per non parlare di “Il giro della prigione”. Una donna attuale sempre e ovunque. Una donna libera come poche. Le pagherei mille e mille caffè per starla ad ascoltare”
3 – Tra i libri che ha scritto, ce n’è uno a cui è particolarmente affezionata?
““La prima cosa fu l’odore del ferro” edito da Rrose Sélavy. E’ un libro che mi ha permesso di incontrare molti ragazzi e di condividerne le frustrazioni legate alle aspettative del lavoro e delle falsità ideologiche delle quali siamo stati investiti. E’ un libro autobiografico e mi è costato molto. Non è mai semplice “denudarsi”. Parla di lavoro, di sicurezza sul lavoro, di tre anni in fonderia. Ma parla anche di speranza, di sogni che attraverso il sacrificio si realizzano”
4 – Può portare con lei un solo libro (lo sappiamo è una “tragedia” che speriamo non si verifichi mai) quale sceglie?
“”Dal vulcano al caos” di Edith de la Héronnière. E’ il mio libro del cuore quello che porto sempre in viaggio con me. Ormai ha le pagine sfasciate, scollate e mescolate. E’ un diario siciliano dove la natura viene descritta in modo sublime come solo la Héronniere sa fare. E’ un libro viscerale, scritto per un amico dell’autrice fotografo e scomparso. Qui, ricompare Itaca e come Kavafis insegna nella sua meravigliosa poesia.
“Taluni libri”, delle piccole Itaca. Questo è il mio libro sopra ogni cosa. Ogni parola, ogni suo capitolo, mi ha messo in viaggio”

LODOVICA CIMA
Da più di quindici anni lavora nell’editoria per ragazzi. Nel 2017 ha fondato Pelledoca, casa editrice per ragazzi specializzata in thriller, noir e mistero.
1 – Sarà ospite da noi alla Libooks martedì 22 ottobre nell’ambito di #ioleggoperché: secondo lei è importante leggere perché…
“Per conoscersi e conoscere il mondo prima di tuffarcisi!”
2 – Ha la possibilità di andare a prendere un caffè con uno scrittore/scrittrice vivente e non, chi invita?
“Sceglierei Jane Austen tra i non viventi e David Almond tra i viventi”
3 – Tra i libri che ha scritto, ce n’è uno a cui è particolarmente affezionata?
“Tra quelli pubblicati “7+7+7” edito da Rizzoli e poi un romanzo che ho appena consegnato e che uscirà la prossima primavera, se tutto va bene”
4 – Può portare con lei un solo libro (lo sappiamo è una “tragedia” che speriamo non si verifichi mai) quale sceglie?
“Porterei “Persuasione” di Jane Austen o l’”Odissea””

GIUDITTA CAMPELLO
Oltre a scrivere, tiene corsi di ceramica per ragazzi disabili, organizza attività per bambini e adolescenti, laboratori di lettura e scrittura in scuole, biblioteche e librerie.
1 – Sarà ospite da noi alla Libooks mercoledì 23 ottobre nell’ambito di #ioleggoperché: secondo lei è importante leggere perché…
“Leggere è importante, ma soprattutto è bello. È un bellissimo regalo che facciamo a noi stessi. Cominciare un libro è come regalarsi un’avventura”
2 – Ha la possibilità di andare a prendere un caffè con uno scrittore/scrittrice vivente e non, chi invita?
“Inviterei Gianni Rodari. Mi piacerebbe parlare con lui di creatività, fantasia, gioco, poesia. Vorrei dirgli che le sue storie mi piacciono tantissimo. Vorrei dirgli che è stato molto generoso a scrivere “Grammatica della fantasia”, è il mio libro-faro. E alla fine gli chiederei: Gianni, inventiamo una storia insieme?”
3 – Tra i libri che ha scritto, ce n’è uno a cui è particolarmente affezionata?
“Sono affezionata al mio libro “Tre streghe in città”. L’ho scritto d’estate, durante un campo estivo, un periodo in cui passavo molto tempo con i bambini e leggevo loro tante storie. Posso dire che la storia delle streghe sia nata con loro e per loro. E la formula magica delle streghe era diventata un po’ la loro parola d’ordine: ualla ualla!”
4 – Può portare con lei un solo libro (lo sappiamo è una “tragedia” che speriamo non si verifichi mai) quale sceglie?
“Porterei “Fiabe italiane” di Italo Calvino. È un libro sorprendente, pieno di storie e di voci (Calvino è andato in giro per l’Italia a farsi raccontare le fiabe da tutti quelli che le sapevano). È un libro, secondo me, che non smette mai di raccontare”

STEFANO MOTTA
Preside, saggista e romanziere, studioso del mondo religioso del Seicento e di Manzoni. Per Einaudi Ragazzi è uscito nel maggio 2019 il romanzo “Lale”.
1 – Sarà ospite da noi alla Libooks venerdì 25 ottobre nell’ambito di #ioleggoperché: secondo lei è importante leggere perché…
“Leggere è come aprire una finestra e far entrare aria fresca in una stanza. Profumi nuovi, mondi, personaggi, luoghi, epoche nuove, diverse dalla nostra. Così il nostro mondo si allarga”
2 – Ha la possibilità di andare a prendere un caffè con uno scrittore/scrittrice vivente e non, chi invita?
“Io mi occupo di Alessandro Manzoni da una vita. E ogni tanto mi sogno di notte di incontrarlo, e che mi dica “Ma cosa t’è venuto in mente di scrivere su di me in quel tuo libro?”, oppure che mi faccia i complimenti, o che semplicemente mi consideri un amico”
3 – Tra i libri che ha scritto, ce n’è uno a cui è particolarmente affezionato?
“Tutti gli scrittori hanno in tasca la risposta retorica a questa domanda: “il prossimo”. Il libro più bello che scriverò è quello che ancora non ho scritto, e via dicendo. Se guardo la mia piccola carriera di scrittore penso però che proprio “Lale”, il romanzo che presento a questa edizione di #ioleggoperchè, abbia segnato un punto fermo, e sia il romanzo più bello che ho scritto. Sicuramente quello a cui sono più affezionato”
4 – Può portare con lei un solo libro (lo sappiamo è una “tragedia” che speriamo non si verifichi mai) quale sceglie?
“”La Certosa di Parma” di Stendhal”