E tu splendi, 27 giugno 2018
E tu splendi e pensa. Verrebbe da dire così chiudendo il libro scritto da Giuseppe Catozzella. Un libro solo apparentemente semplice e facile da leggere, di quelli che inizi e non ti stacchi fino all’ultima pagina. La storia non è solo una, quella di un bambino la cui mamma se ne è andata all’improvviso, lasciandolo con una domanda senza risposta, ma le storie sono tante e si incastrano tutte in modo preciso.Come ha detto l’autore nel suo videomessaggio dedicato al club del libro Libooks, “E tu splendi” è un libro che spera di far pensare. Spera e ci riesce perché dentro le pagine il concetto che conta è quello legato al rifiuto e al tentativo di accettazione dell’altro e dello straniero visto come brutto, sporco, magro, diverso, cattivo: osservato come una persona di cui avere paura prima ancora di conoscerla, soprattutto quando arriva a sconquassare la vita di un piccolo paese della Basilicata dove tutto sembra essere in equilibrio da sempre, secondo regole precise e non scritte che arrivano ad accettare perfino il sopruso e i comportamenti mafiosi. La storia si apre in progressione toccando aspetti tipici della vita di Provincia, di quella familiare colpita da un fatto gravissimo, di quella imprenditoriale naufragata per un sgarro che è un vero reato, di quella dei bambini che scoprono cosa significa accettarsi per quello che ognuno è. Ed è una bella storia.
“E tu splendi”, Giuseppe Catozzella, Feltrinelli, 233 pagine, 16 euro
Ne abbiamo parlato durante l’incontro di Mercoledì 27 Giugno 2018