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Marco Malvaldi, La morra cinese, Sellerio Editore Palermo

A Pineta è successo qualcosa che nessuno si aspettava, la destra ha vinto le elezioni amministrative, conquistando un feudo rosso più o meno dal 1946. Mentre i Vecchietti si dividono, anche Massimo ha i suoi problemi con la nuova amministrazione: infatti ha difficoltà ad ottenere l’autorizzazione per il suolo pubblico. La cosa però non gli toglie il sonno, dato che ormai, con la nascita di Matilde, la sua primogenita, non dorme da mesi. Per fortuna, anche in Comune hanno le loro gatte da pelare: il primo atto della nuova amministrazione è stata la vendita di un ampio terreno nell’entroterra a una ditta che intende realizzare un megaresort, contro il parere di varie associazioni locali (come gli ambientalisti e i cicloamatori) e con il favore di altre. Ma ben più grave è che nel parcheggio sul retro del Municipio viene rinvenuto un cadavere. È Stefano Mastromartino, studente di filologia della Scuola Normale, che ultimamente passava molto tempo a fare ricerche nella casa del conte Valdemaro Serra Catellani, nobile decaduto il cui antenato aveva intrecciato una corrispondenza con Giacomo Leopardi. Le lettere autografe del poeta, se ritrovate, sarebbero una vera e propria manna per il conte: pare che tra queste ci fosse anche una poesia di rara bellezza, rimasta inedita. Un bel rebus per il vicequestore Alice Martelli che potrà contare sulle pettegole deduzioni dei Vecchietti e su Massimo che, bazzicando in Comune, si rende conto che qualcuno entra un po’ troppo spesso in uffici che in teoria non gli competono…

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Diletta Sereni, L’Integrale. Volume Vol. 7, Iperborea

Rovesciamenti, somme di piccoli cambiamenti, trasformazioni violente o delicate intorno alle cose della tavola. La commistione tra mercato immobiliare e cibo artigianale, l’arrivo degli insetti nella dieta occidentale, una storia culturale delle ricette, il vino come pozione magica, e tanto altro. Tra i pezzi del numero: l’apprendistato da cuoco vissuto da Paolo Cognetti in un rifugio di montagna, che è anche l’esperienza che ha ispirato la scrittura del romanzo “La felicità del lupo”. La riflessione insieme politica e letteraria di Vincenzo Latronico sull’arrivo degli insetti nei menù occidentali più ricercati, sperimentando un pasto a base di insetti in un ristorante di Berlino. Il saggio di Anna Wiener, tradotto dal New Yorker, sulla commistione tra cibo e mercato immobiliare nelle dinamiche di gentrificazione, con la storia esemplare di Tartine Bakery, iconico panificio di San Francisco. I viaggi di Paolo Pecere, alla scoperta dei rituali di trasformazione e uscita da sè, praticati in diversi luoghi del mondo grazie all’uso cerimoniale di alcune bevande alcoliche. Con scritti di: Dino Baldi, Paolo Cognetti, Ferdinando Cotugno, Ilaria Gaspari, Vincenzo Latronico, Tommaso Melilli, Paolo Pecere, Marco Rossari, Diletta Sereni, Irene Soave, Anna Wiener.

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Alessandro D’Avenia, Resisti, cuore. L’Odissea e l’arte di essere mortali, Mondadori

Odissea: è il titolo del poema epico forse più noto e amato della nostra civiltà ed è anche il termine a cui si ricorre per definire un’esperienza travagliata e, in taluni casi, la vita tout court. Perché soltanto al titolo di quest’opera concediamo di essere sinonimo di vita? Ulisse è un eroe nuovo: avrebbe la possibilità di diventare immortale rimanendo con la bellissima Calipso, ma vuole tornare a Itaca da Penelope e Telemaco, e compiere il proprio destino mortale, paradossale destino di gioia. Proprio perdendo tutto, persino la propria identità, da re a mendicante, rinasce grazie a chi lo sa riconoscere e amare. Se Achille è l’eroe che sovrasta il mondo, Ulisse ne è invece sovrastato. Il suo multiforme ingegno scaturisce dalla necessità di difendersi dai colpi della storia. La sua è una vicenda di resistenza, che culmina nei dieci anni necessari per tornare a casa, dopo i dieci trascorsi a combattere una guerra non sua: a quanti è accaduto qualcosa di simile? E quanto abbiamo sofferto, quanti compagni abbiamo perduto, quante volte abbiamo fatto naufragio, prima di capire che l’unica cura per l’invincibile nostalgia di futuro che ci affliggeva era tornare nella nostra Itaca, non quella del passato ma quella ancora da fare rimanendo fedeli al nostro destino? Alessandro D’Avenia ripercorre i ventiquattro canti del poema come un’arte di vivere, e lo fa risplendere di tutta la sua luce. Ci accompagna attraverso l’opera come studioso di Lettere classiche che l’ha eletta a suo principale ambito d’interesse, come insegnante che da anni ne promuove la lettura integrale ad alta voce, come intellettuale abilissimo nell’interpretare lo spirito del tempo. E nel raccontarci le peripezie di Ulisse vi ritrova la propria esperienza personale e il percorso di ogni uomo verso il proprio originale compimento esistenziale. Se abbiamo perso la gioia della nostra odissea, rileggere l’Odissea è il modo migliore per “fare ritorno”. Allora resistere non è rimanere fermi, ma ri-esistere: nascere. Questa è l’arte di essere mortali.

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