Fino a dopo l’equinozio

Keitaro è un ragazzo romantico, geneticamente insofferente alla mediocrità e con un’ardente passione per l’inusuale. Da quando ha terminato l’università, però, la  vita non gli ha concesso nulla di romanzesco. Lo ha portato soltanto a recarsi a casa di sconosciuti per consegnare lettere di raccomandazione e a trascorrere, nella pensione per scapoli in cui dimora, il resto delle ore nell’indolenza più assoluta.
Nella pensione vive anche Morimoto, un uomo oltre la trentina di una magrezza  impressionante e dall’occupazione misteriosa. Dice di essere stato un marito  integerrimo, di aver pescato salmoni in qualche regione di Hokkaido, di aver  progettato una società per la produzione dei tappi per gli otri di sake. Da sotto i  baffi trasandati narra, insomma, con estremo garbo racconti così strani da poter essere assimilati a storie di fantasmi. Quando rientra dal lavoro, inoltre, non  tralascia mai di indossare un abito nuovo fiammante con la giacca dall’ampio  bavero, per poi riuscire stringendo in mano uno strano bastone da passeggio di  bambù, dall’impugnatura a forma di serpente con la bocca spalancata, come se stesse per inghiottire qualcosa.
Un giorno, però, Morimoto scompare all’improvviso senza pagare l’affitto della  pensione, lasciando il suo bastone da passeggio là dove lo ha sempre riposto, nel  portaombrelli davanti all’ingresso. Sulla scrivania della propria stanza Keitaro trova  una lettera in cui l’ex bizzarro ospite della pensione lo esorta ad  appropriarsene e a farne buon uso. Un consiglio che si trasforma per il ragazzo in una persecuzione tale da spingerlo a preoccuparsi della sua salute mentale.
Libro fondamentale per accostarsi alle ultime opere in prosa di Soseki e al loro stile narrativo, Fino a dopo l’equinozio conferma la straordinaria abilità del creatore del romanzo giapponese moderno nel descrivere con delicato struggimento le passioni che tormentano l’animo umano.

Natsume Sōseki, Fino a dopo l’equinozio, trad. Andrea Maurizi, Neri Pozza, Vicenza, 2018

Natsume Soseki viene unanimemente considerato come il più grande scrittore del Giappone moderno, maestro riconosciuto di Tanizaki, Kawabata e Mishima. Pseudonimo di Natsume Kinnosuke, Natsume Soseki nacque nel 1867 a Edo da un samurai di basso rango, ultimo di sei figli. Nel 1905 pubblicò il suo primo libro: Io sono un gatto (Neri Pozza 2006). Seguirono Bocchan (Il signorino, Neri Pozza 2007) nel 1906 e Sanshiro nel 1908. Morì nel 1916 a 49 anni.Tra le sue opere ricordiamo Il viandanteErba lungo la via e i due grandi romanzi apparsi in Italia sempre nelle edizioni Neri Pozza: Guanciale d’erba Il cuore delle cose.



X