Cavalcavia

Immagino che, come me, molti in questo periodo si siano sentiti spaventati e attoniti di fronte a questo clima d’intolleranza, di odio e di scontro tra le diverse culture; abbiano provato orrore, disgusto e incredulità per i tanti episodi di barbarie insensata.
Poche volte mi è capitato di sentire questa necessità, questa voglia di intervenire in qualche modo, di dire la mia, meglio ancora gridare, gridare “andate via, fuggite da questa logica demente!”
Ma quest’esortazione non mi è sembrata abbastanza. Andare si può andare, uno va, cammina, ci ripensa, capace che mi torna indietro e tutto ricomincia.
Ecco perché “cavalcavia”: se te ne vai di corsa, al galoppo, magari fai più fatica a cambiare idea, che quando galoppi il vento ti scompiglia i capelli e magari ti pulisce anche il cervello.
“Cavalcavia”, edito da Carthusia.

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