“Sostiene Pereira” + 10 cose da fare a Lisbona

IN DUE PAROLE
Lisbona, estate del 1938, il clima è arroventato, la situazione politica pure. Lo Stato è sotto la dittatura di Salazar. Pereira è un giornalista che ha passato gran parte della sua vita a scrivere di cronaca nera per un giornale importante, e ora si ritrova ad occuparsi della pagina culturale del “Lisboa”, appena fondato. Un passo indietro nella sua carriera? Dipende, al “Lisboa” Pereira è completamente libero

“Chi poteva avere il coraggio di dare una notizia del genere, che un carrettiere socialista era stato massacrato in Alentejo sul suo barroccio? Nessuno, perché il paese taceva, non poteva fare altro che tacere, e intanto la gente moriva e la polizia la faceva da padrona”

Il libro racconta la storia di come un incontro può letteralmente cambiare il corso di una vita. Le chiavi che ci permettono di aprire le nostre porte, spesso hanno la forma delle persone che incontriamo, nel bene e nel male

“Mi sento diverso da qualche mese, penso cose che non avrei mai pensato, faccio cose che non avrei mai fatto”

AL CENTRO
Pereira è un giornalista, è vedovo, è un tipo solitario, ha pochissimi amici, ama la letteratura francese, ha problemi di salute e tenta in tutti i modi, senza riuscirci, di mettersi a dieta. Si ciba quasi esclusivamente di limonata e omelette. E’ consapevole del fatto che potrebbe fare qualcosa per la situazione politica del Paese, attraverso la sua professione, ma ha il timore di farlo

“Lei vive proiettato nel passato, lei è qui come se fosse a Coimbra trent’anni fa e sua moglie fosse ancora viva, se lei continua così diventerà un feticista dei ricordi, magari si metterà a parlare con la fotografia di sua moglie. Pereira si asciugò la bocca con il tovagliolo, abbassò la voce e disse: lo faccio già, dottor Cardoso”

SAPORI
L’omelette alle erbe aromatiche è il piatto preferito di Pereira. Le ordina sempre al Café Orquìdea, davanti al ventilatore, con un bel bicchiere di limonata zuccherata, anche due. In Portogallo il re della tavola è il bacalau e il pesce in generale, ma lui ama le uova. Sono vegetariana e a Lisbona ho mangiato solo insalate e omelette: omelette com ervas aromatica, omelette com queijo. Ho avuto un’alimentazione alla Pereira, solo che alla limonata ho preferito il vinho verde

“Pereira si recò in cucina, sbattè quattro uova, vi mise un cucchiaio di mostarda di Digione e un pizzico di origano e di maggiorana. Voleva preparare una buona omelette alle erbe aromatiche”

LUOGO
“Quel bel giorno d’estate, con la brezza atlantica che accarezzava le cime degli alberi e il sole che splendeva, e con una città che scintillava, letteralmente scintillava sotto la sua finestra, e un azzurro, un azzurro mai visto, sostiene Pereira, di un nitore che quasi feriva gli occhi, lui si mise a pensare alla morte. Perché?”

Lisbona è una gioia per gli occhi, ogni angolo, ogni marciapiede, ogni palazzo sono decorati con mosaici e azulejos. E poi ci sono i tram, gli elevador, le stradine che salgono e scendono, i miradouro ma anche il fado e i Pastel de Nata, leggete qui sotto “LE 10 COSE DA FARE A LISBONA (SECONDO ME)”

VE LO CONSIGLIO?
Assolutamente sì. “Sostiene Pereira” è uscito nella sua prima edizione nel 1994, l’ho letto la prima volta nel 1996, l’avevo pagato 12mila lire, avevo 17 anni. Ho ritrovato il libro con le pagine invecchiate nella libreria parcheggiata “momentaneamente” a casa dei miei genitori. Non ricordavo bene la storia di Pereira ma mi ricordavo perfettamente due sensazioni: la prima era che leggendolo mi era venuto un gran caldo e la seconda, manco a dirlo, era che volevo andare a vedere Lisbona e il suo “cielo azzurro che feriva gli occhi”. E’ passato un po’ di tempo e finalmente, poche settimane fa, sono volata in Portogallo. Questo è un “libro a portar via”. Lo metti in valigia e lo rileggi mentre cammini per le stradine di Lisbona, alla ricerca dei luoghi di Pereira. Il Cafè Orquìdea (rua Alexandre Herculano 47) purtroppo era chiuso, ma ho incontrato comunque Pereira, seduto ad un tavolino, intento a mangiare, chiaramente

“Parto stamane, ti porto con me, se permetti. Prese il ritratto di sua moglie e lo mise nella valigia, ma a testa in su, perché sua moglie aveva avuto bisogno di aria tutta la vita e pensò che anche il ritratto avesse bisogno di respirare bene”

LE 10 COSE DA FARE A LISBONA (SECONDO ME)
1- Cercare Pereira in tutti i portoghesi che incontrate, dovete sempre avere con voi il libro. Ero al ristorante Alpendre (rua Augusto Rosa 32/34) quando davanti a me si è seduto un signore un po’ in sovrappeso, era solo, indossava una camicia, beveva una limonata e ho pensato: se ordina l’omelette è lui. Cosa ha ordinato? Omelette! Avrei potuto limitarmi a sorridere e invece no, ci ho pure parlato, e quando mi ricapita di incontrare Pereira?!

2- Andare da Eduardino (7R das Portas de Santo Antao) a bere la ginjinha, tipico liquore portoghese prodotto con l’infusione delle amarene. Fuori dal negozio campeggia un cartello che dice che è “la migliore senza bisogno di riconoscimenti ufficiali”. Non avendo capito se è preferibile berla come aperitivo o come dopo cena, l’ho provata in diverse fasce orarie. Non ho ancora capito quando va bevuta, ma mi piace

3- Le case e i palazzi di Lisbona sono quasi tutti decorati con gli azulejos, piastrelle di ceramica scintillanti, ma questa città merita anche di essere vista “dal basso”. Ogni tanto buttate lo sguardo a terra, i marciapiedi sono tutti decorati a mosaico, il motivo cambia da un quartiere all’altro, da una strada all’altra, è come camminare in un disegno

4 – Andare al Cafè Brasileira nel quartiere del Chiado in rua Garrett a prendere un caffè con la statua di Pessoa: “A melhor maneira de viajar è sentir”. C’è un tavolino con una sedia e Pessoa che vi attende, potete raccontagli tutto quello che vi viene in mente, lui capirà

5 – Fare un abbonamento di 24ore ai trasporti pubblici (6 euro) e prendere tutti i tram e tutti gli ascensori che vi capitano a tiro, così, senza senso, su e giù per la città, sotto lo sguardo divertito dei portoghesi

6 – Assaggiare i Pastel de Nata. Entrate nelle pasticcerie che vi ispirano di più e decretate il vostro personale vincitore. Si tratta di pasticcini a base di pasta sfoglia e crema di panna e uova. Il solo pensiero mi mette l’acquolina in bocca. Sembrano tutti uguali ma in realtà sono tutti diversi. Forse. Il mio preferito è quello della Pastelaria Santo Antonio (rua Milagres de Santo Antonio 10-14). E’ stata una dura lotta, ma ha vinto lui

7 – Prendere il treno dalla stazione del Rossio e raggiungere Sintra (circa 45 minuti da Lisbona), cittadina incantevole, peccato l’abbia vista sotto la pioggia e ingrigita dalla nebbia. Percorrete la Initiatic Well all’interno del parco della Quinta da Regaleira (rua Barbosa do Bocage 5). Una scala ispirata alla Divina Commedia che scende a spirale per 30 metri nel cuore della terra. Esoterismo e alchimia. Sul fondo è incisa la croce dei templari

8 – Prendere il tram 15 e raggiungere Belem, oltre a vedere la torre e mangiare i Pasteis de Belem (Antiga Confeitaria de Belem, rua de Belem 84-92), andate al Monastero Dos Jeronimos (Praça do Império 1400-206) e portate un saluto a Vasco Da Gama, il primo europeo a navigare fino in India doppiando il Capo di Buona Speranza, uno dei più grandi viaggiatori di tutti i tempi. La scorsa estate sono stata a Tromso, in Norvegia settentrionale, a rendere omaggio alla statua di Roald Amundsen, ma questa è un’altra storia

9 – Perdersi nei quartieri del Chiado e del Bairro Alto, percorrere i vicoletti, fotografare i murales, sorridere ai residenti che stendono i panni sul balcone, comprare gli azulejos da portare a casa, chiedersi come fanno i tram a passare attraverso quelle stradine così strette, senza portarsi via gli specchietti delle auto parcheggiate ovunque

 

10 – Tra il centro della città e Belem (tram 15) c’è LxFactory, un’ex zona industriale riconvertita in quartiere culturale ma anche musicale ma anche gastronomico. Dovete scendere dal tram appena passate sotto il Ponte 25 de Abril (è rosso e imponente). In questo piccolo quartiere colorato c’è la libreria Ler Devagar (rua Rodrigues de Faria 103). Se amate i libri, potreste avere un mancamento, io ho quasi pianto. Pareti di libri, libri a perdita d’occhio, scale che passano attraverso i libri, libri in fila, libri in colonna, libri in obliquo, libri ovunque ti giri. All’interno della struttura c’è anche una vecchia rotativa… Ho fatto domanda di asilo politico



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