Il disordine del mondo: piccolo atlante dei luoghi fuori posto

Il disordine del mondo – Stefano Scanu – EdicicloEditore

 

IN DUE PAROLE

Non un elenco né una guida ma una sfilata di luoghi sparsi per il mondo che Stefano Scanu ha trovato e che forse non esistono più. Come fa un luogo a scomparire?!  Scompare nel momento in cui si trasforma in qualcosa di nuovo o quando cambia quel particolare insieme di variabili che l’ha reso unico ai nostri occhi, proprio in quel preciso momento.

  • Il mondo è pieno di luoghi così: incerti, suscettibili e variabili che non sempre si rivelano o a cui semplicemente non facciamo caso. Spazi che cambiano come cambia il vento, la stagione o il punto di vista di chi li osserva

Luoghi incontrati per caso da Aleppo all’Alaska che colpiscono per la loro inafferrabilità. Potreste andare a cercarli e potrebbero non esserci più. Vale la pena fare un tentativo? La mia risposta è sempre e comunque: sì

 

DOVE

I protagonisti del libro sono proprio i “dove” ed è divertente, pagina dopo pagina, sorprendersi e lasciarsi trasportare su e giù per il pianeta.

Nel libro si parla di un “dove” che occupa un posto speciale nel mio cuore: Roma. Il 50% della mia famiglia vive a Roma, l’altro 50% a Brenna. Capisco che paragonare Brenna e Roma è come il “ti piace vincere facile” della pubblicità ma vi giuro che per me sono entrambe la stessa cosa: nonna, zie, zii, cugini, pranzi, cene, casa. La città eterna e un piccolo paesino in collina. Alla fine è solo una questione di variabili. Alla fine.

  • Questo tram che scivola di notte nei quartieri più belli di Roma, dalla Piramide fino a Porta Maggiore passando per Villa Borghese

Marco Furio Camillo cerca il civico 39 di via Trionfale, trova la targhetta con il numero, peccato che alla targhetta non corrisponda nessun edificio (orecchietta a fondo pagina, qui ci voglio andare)

  • Passa vicino al civico 45, lungo il muro del mercato dei fiori e rimane imbambolato a fissare la grande scritta SPQR sopra l’ingresso. Supera l’osteria Antico Falcone al 60 e il chiosco di grattachecca della sora Maria a cui non hanno concesso nemmeno il numero civico

Plockton un villaggio di 380 persone in Scozia, Villa Invernizzi a Milano, il bar che si affaccia su piazza Generale Traniello a Gaeta, l’edificio 25 Verde a Torino, il quartiere di Sheikh Saeed ad Aleppo, Atene, la caffetteria sulla 9th evenue a Manhattan, Santa Maria di Galeria, Shishmaref in Alaska (infinite orecchiette a fondo pagina)

  • Nell’alto Salento c’è una lunga strada che porta fino a Ostuni. Ai suoi lati non ci sono vie né abitazioni ma solo gli ingressi di grandi tenute e coltivazioni di ulivi millenari. Si possono percorrere centinaia di metri di terra rossa tra gli alberi prima di incontrare una masseria, ma quando succede si ha l’impressione di essere arrivati in Messico con le bouganville aggrappate al muro di calce, la corte riarsa dal sole e i cani sciolti tristi

(Orecchietta a fondo pagina)

 

COLONNA SONORA

Propongo senza dubbio “La vie en rose” nella versione di Zaz. “Un grand bonheur qui prend sa place” (una grande felicità che trova il suo posto). E’ una delle canzoni più famose della mitica Edith Piaf, uno di quei brani che potrebbero essere definiti “intoccabili” ma Zaz, pseudonimo di Isabelle Geffroy cantante francese classe 1980, ne ha creata una sua versione leggera, quasi spensierata. Ed è così che mi sento io quando cammino per le strade di una nuova città, quando in auto percorro chilometri di strade deserte, quando prendo un aereo, quando viaggio. Ascoltatela QUI.

 

 

VE LO CONSIGLIO

Sì. Il libro è piacevole e breve, si legge in un sorso. Oltre che fornire una serie di luoghi che vien voglia di andare a vedere se ci sono ancora, fa riflettere sull’idea del viaggio e sull’importanza che diamo a quello che vediamo quando siamo in giro. Quali sono i posti che ci rimangono nel cuore dopo un viaggio? I monumenti segnalati sulla guida o quel giardino fiorito che abbiamo visto per caso mentre ci stavamo allacciando una scarpa? La parte più bella di un viaggio sono proprio quei posti che ti sorprendono perché assolutamente inaspettati

 

La renna bianca al confine tra Norvegia e Finlandia

L’espressione “felice” di questa signora che vendeva il pesce su una bancarella galleggiante al mercato di Oslo

Il murales gigantesco in un quartiere di Lisbona

La via coperta da ombrellini rossi a Belgrado

La zona di Dublino costellata da mille bandierine sventolanti

  • Luoghi che sfuggono all’ubicazione a cui erano stati assegnati. Avanzano perché forse erano di troppo su questo mondo già ingombro e di spazio per loro non ce n’era. Come non ce n’era per i vestiti di Charlot, letteralmente tagliati fuori dalla sua valigia. Quello non era il loro posto e non fa niente se quando li tirerà di nuovo fuori da lì non potrà più indossarli perché saranno pieni di buchi e tagli, dopotutto Charlot non si cambia mai

 

 

 



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